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LA DOPPIA FACCIA DELL'AUSTRALIA. Parte 1

Aggiornamento: 9 gen 2019


Mi chiamo Ashley e amo fare sesso. Non amo l’amore. O forse mi piace in linea generale, ma è troppo faticoso da gestire. Ho una bambina di cinque anni. Ne avevo venti appena compiuti quando sono rimasta incinta. La amo con tutta me stessa, ma credo non sia frutto di quel sentimento tanto declamato. Sono australiana. Casa mia è in un piccolo paesino di campagna nel Victoria; la mia bambina è lì e anche il padre abita nella stessa zona.

Sono venuta a Melbourne a cercare lavoro, ma qui in ostello, impegnarsi a cercarlo, è difficile davvero: ce ne sono troppi di ragazzi carini. Ce ne sono troppi di ragazzi in generale. E io la notte non dormo. E la mattina non mi sveglio. E quando mi sveglio ho ancora voglia di stare con lui, quello della notte precedente, per godermelo fino in fondo prima che parta, prima di legarmi a qualcun altro. Sophie mi ha guardata perplessa stamattina, e credo di sapere perché: mi sono svegliata con una ragazza nel mio letto e lei mi ha vista. Dormiva proprio di fronte a noi. Ci ha osservate avvinghiate e ha ripensato a tutte quelle volte che la baciavo la mattina sulla guancia e che parlavo di invitarla a far serata insieme a me. E a stare insieme. Fino alla fine. Pensava che scherzassi, lei. Credo abbia appena capito che non era così. Credo si sia resa conto che amo fare sesso e non importa con chi. Non saprei dire perché mi piacciono sia uomini che donne; forse ho solo bisogno di qualcuno accanto a me.

Mi trovano in forma gli altri, qui nell’ostello. Non pensano che sia carina, ma se passo le notti in questo modo dimostro di saperci fare, di sapermi godere la vita. Oggi l’ho abbracciata, Sophie. In quello sguardo di prima mattina mi sono messa a nudo più di tutte le volte che mi sono spogliata fino in fondo; le ho rivelato quello che facevo, chi ero davvero. Mi ha visto in tutti questi giorni con le persone più disparate. L’ho abbracciata perché in quello sguardo di prima mattina mi sono sentita amata. Mi aspettavo un giudizio, o un sorriso disgustato, invece non c’è stato. Mi sono sentita bene. Credo che l’amore, per quanto faticoso, sia davvero bello. Credo che amare qualcuno sia prendersi cura di lui. E lo stesso dovrebbe valere con se stessi: prendersi cura di quello che siamo e del corpo che abbiamo. Ho pensato al desiderio che soddisfo con chiunque e, fermandomi a riflettere in quegli occhi spalancati, ho capito che in fondo, ciò che mi fa stare bene in mezzo alle lenzuola conosciute da tanti, è la carezza di qualcuno che ogni volta spero di nascosto rimanga accanto a me.

Mi chiamo Ashley e amo fare sesso. Ho pensato a quel godere ripetuto e alla mancanza di sorrisi nelle ore successive. Forse ciò che mi fa stare bene non è così lontano. Forse è stato accanto a me per tanto tempo e non ho avuto mai il coraggio di guardarlo. Forse dovrei imparare che nella vita è necessario scegliere prima di sperare. È necessario smettere prima di iniziare. È necessario vivere a pieno qualcosa che conta e saper rinunciare a qualcosa che, forse, così bene non fa.

Ho scelto "America" di Gianna Nannini perché racconta di un rapporto ingarbugliato con il proprio corpo, come quello che ha Ashley con il suo. Dell'illusione di stare bene lasciandosi andare tra le braccia e le gambe di qualcuno e la difficoltà di vivere un rapporto vero quando ci si accorge che il sesso non è sufficiente come si pensava.


 

Mi chiamo Chiara Cuminatto e sono nata il 03/04/1989.

Vivo a Campi Bisenzio (FI) a tratti perché viaggio molto e la mia vita imprevedibile non lascia spazio alla monotonia.

Mi sono laureata in Lettere Moderne all'Università di Firenze nel 2011

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