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DIVERTIRSI AL KARAOKE IN COREA!

Questo post è amorevolmente offerto dalla Shisus.


Dato che qua si parla perlopiù di musica, voglio dedicare il mio primo vero articolo riguardante la Corea proprio al rapporto che i coreani hanno con la musica, concentrandomi soprattutto su un aspetto che definirei fondamentale nella vita dei coreani: il karaoke.

I coreani hanno un rapporto di amore assoluto con la musica, non potrebbero vivere senza di essa. In ogni strada, in ogni angolo e in ogni anfratto la musica risuona, musica che proviene dai negozi, dai ristoranti, dai ballerini e cantanti di strada che si esibiscono o dai noraebang (parola coreana per definire il karaoke, che letteralmente significa appunto "stanza delle canzoni").

La forma con cui i coreani esprimono di più questa passione è proprio il karaoke, ma scordatevi l’idea generale che avete di quello all’italiana, ovvero un locale per persone un po’ avanti con l’età, che si mettono in ridicolo davanti a degli sconosciuti, prenotando Montagne verdi al tizio addetto al computer, il quale farà partire una base midi talmente fatta male che Marcella Bella, se fosse morta, si rigirerebbe nella tomba.

No, qua è una cosa seria!

I karaoke in Corea sono dei posti abbastanza grandi con tante porte, ognuna delle quali apre una stanza, un po’ come il corridoio di un hotel.

All’interno di ogni stanza, solitamente, troviamo un tavolo con dei divani attorno, davanti ad uno schermo tv bello grande dove si possono leggere chiaramente le parole delle canzoni, un telecomandone quadrato con il quale si cercano e prenotano le canzoni, due microfoni sui quali viene messo un "proteggi microfono" da mettere sulla parte superiore in modo da non sputazzarci dentro, qualche volta dei tamburelli per aumentare il divertimento (soprattutto durante un brano particolarmente allegro) e dei libroni giganti con all’interno una lista infinita di canzoni, praticamente tutte quelle esistenti sul suolo coreano e non solo, perché si possono trovare anche quelle giapponesi, cinesi, tailandesi, russe, ma soprattutto tantissimi pezzi americani/inglesi, sia conosciuti che poco conosciuti.

Ovviamente mancano le canzoni italiane, ma da qualche parte mi è capitato di trovarne un paio di Laura Pausini, in versione spagnola, e, udite udite, Non ho l’età di Gigliola Cinguetti (che cosa ci facesse nell’elenco non ne ho idea).

Come dicevamo, i karaoke sono divisi in stanze più o meno insonorizzate (ma spesso si sente tutto!) e vengono frequentati praticamente da tutti, dagli studenti agli over 60, senza alcuna vergogna.

Come succede in Italia, al karaoke si va con gli amici, ma qua le persone ci vanno anche con i colleghi di lavoro per la cena aziendale o semplicemente da soli. Non è inusuale che si decida di andarci dopo aver assunto una bella dose di alcol e comunque solo con persone conosciute: in questo modo nessun estraneo potrà sentire il tuo canto da usignolo (o quasi).

Ci sono diversi tipi di karaoke e solitamente ognuno di essi è rivolto a pubblici differenti.

Il primo è il Coin Noraebang, scelto quasi sempre da singoli o da un massimo di 2 o 3 persone, perché sono dei piccoli bugigattoli nei quali c’è solo lo spazio per lo schermo e per sedersi. Questo tipo di karaoke è frequentato perlopiù da studenti delle medie e superiori per il costo decisamente basso. Infatti basta entrare nella stanzetta, inserire una banconota da 1000 won (circa 1,50 €) e hai a disposizione 3 canzoni (ovviamente a tua scelta). Se alla fine delle 3 canzoni vuoi cantare ancora, ti basterà inserire altre banconote ed il gioco è fatto. Spesso mi capita di andarci con le amiche dopo la palestra, essendo sullo stesso piano dello stesso palazzo, e così ci facciamo una bella cantatina per poi tornare a casa.

Un altro tipo è quello utilizzato dagli studenti universitari o comunque da ragazzi abbastanza giovani, per due motivi: il primo è il prezzo, perché solitamente varia dai 15 ai 20 € e, se si è un bel gruppo, a persona viene davvero una cifra abbordabile. Il secondo motivo è che qui non viene venduto alcol ma solo snack (non sempre) e bibite varie (perché in Corea è vietato l’uso di bevande alcoliche fino ai 20 anni). Questo tipo di karaoke è molto semplice, stanze di media grandezza, con tutto il necessario per una performance indimenticabile.

L’ultimo tipo è per persone un po’ più adulte e che vogliono passarci una serata intera perché, a differenza degli altri karaoke dove solitamente ci spendi una o due ore, in questo puoi starci quanto vuoi, ma è obbligatorio ordinare da mangiare e da bere. In pratica è come andare sia al ristorante che al karaoke in un colpo solo!

Le stanze qui sono spesso molto grandi e il tavolo è fornito di un fornello a induzione, in modo da far rimanere calde pietanze come ramen o zuppe varie, ed inoltre qua l’alcol scorre a fiumi!

Ovviamente tutto questo ha un prezzo abbastanza elevato che può variare in base anche a quanto cibo e alcol ordini. Solitamente siamo su una media di 50/60 €, ma se si è un bel gruppone e si divide, la cifra è abbastanza conveniente.

Insomma andare al karaoke in Corea non è da sfigati o da tardoni e non c’è bisogno di vergognarsi anche se si è stonati, solo i tuoi amici potranno sentirti e sono sicura che anche loro non siano esattamente la reincarnazione della Callas. Qua in Corea per esempio ho potuto sentire note che neanche sapevo esistessero!

Purtroppo, però, una piccola pecca in tutto questo c’è. Se noi italiani vediamo il karaoke come un modo per cantare canzoni un po’ sceme e ridicole per sfinirsi dalle risate insieme agli amici, i coreani prediligono perlopiù canzoni lente e drammatiche, le classiche ballad coreane che alla fine ti fanno venire voglia di tagliarti le vene e spararti un colpo in testa.

Per riuscire a far cantare un brano divertente ad un coreano al karaoke c’è bisogno di farlo sbronzare bene, ma attenzione! Farlo sbronzare bene potrebbe portare anche ad un risultato contrario, quindi maneggiare con cautela.

Sicuramente il karaoke è una di quelle esperienze che deve assolutamente essere fatta nel caso stiate programmando un viaggio da queste parti, perché è parte integrante della cultura coreana.

Per farvi un esempio, io non ho assolutamente idea di dove poter trovare un karaoke a Firenze, qui invece ne ho già 5 sotto casa.

Arrivati a questo punto vi starete chiedendo, ma se non ci sono canzoni italiane, che cosa canto? Posso darvi la lista dei miei cavalli di battaglia: solitamente inizio subito con il botto dandoci dentro con Dancing queen e Mamma mia degli ABBA, per poi continuare con un’escalation di ridicolaggini musicali quali Barbie girl degli Aqua e La copa de la vida di Ricky Martin, dopodiché faccio sul serio con I wanna dance with somebody dell'indimenticabile Whitney Houston e concludo con una canzone intramontabile e che tutti al mondo conoscono, ovvero My heart will go on di Céline Dion. Avrete davvero l’imbarazzo della scelta, magari a casa allenatevi a leggere i testi delle canzoni in inglese se non li sapete a memoria! Adesso che avete tutte queste informazioni, potrete passare una serata indimenticabile in uno dei tantissimi karaoke che ci sono qui in Corea.

Vi lascio con un paio di canzoni che vanno molto nei karaoke coreani, ma preparatevi al taglio di vene! Alla prossima!




 

Mi chiamo Isabella, ho 28 anni e da un po' di tempo mi sono trasferita in Corea del Sud dove insegno italiano al Ministero degli Affari Esteri coreano.

Fra lavoro, mille passioni ed un marito coreano che mangia pasta e kimchi, provo a raccontarvi la Corea del Sud ed il suo rapporto con la musica.

Per qualsiasi domanda o suggerimento mi trovate su Instagram @derpguren

















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