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PARTIRE... DALL'ORIGINE!

Aggiornamento: 9 gen 2019


Esistono tanti tipi di partenza, ma poche persone partono davvero. Spesso ci spostiamo in un altro luogo per godere di un piacere in superficie in una piccola vacanza e poi torniamo, con più oggetti nella borsa, qualche foto ritoccata e un souvenir che ci ricordi il monumento segnalato sulla guida. Per me partire non è questo: non è allontanarsi da casa per qualche giorno emozionati da un aereo da provare; non è salutare gli amici sapendo di entrare di nuovo in quella routine dopo meno di due settimane. Quando parlo di partire mi piace aggrapparmi al suo significato originario: a quel "partire" latino che indicava un "dividere in parti", uno "spartire". Quando si divide qualcosa in genere è per darne un pezzo ad ognuno. Io l'ho applicato alle persone questo senso nascosto: credo racchiuda l’essenza vera della partenza e lo trovo stupendo.

Non importa andare dall’altra parte del mondo o esplorare luoghi famosi: per partire davvero è necessario uscire di casa con la consapevolezza di lasciare quella parte di noi che abbiamo donato, la voglia di dare un pezzo di quello che siamo a tutti coloro che incontreremo e la serenità di poterci sentire bene ovunque ci troviamo e con chiunque abbiamo accanto perché appartenenti a uno stesso mondo che ha tutto il diritto di avere almeno una parte di noi in ogni strada percorsa.

E per partire davvero dobbiamo essere soli: allontanarsi abbracciati a qualcuno è come portarsi dietro quella parte che invece dovremmo lasciare. È come non avere il coraggio di fidarsi, di affidarsi, di credere che soli non lo saremo mai, che se facciamo nostro questo stile di vita non esisteranno più addii ma abbracci di ringraziamento per i doni ricevuti. Nelle strade della nostra città, nel tragitto per andare a lavoro, nel viaggio di studi lontano dai tuoi, nell’avventura di una vita in un altro Paese, incontreremo volti e ci affezioneremo e condivideremo parte di quell’esperienza con gente che ci seguirà, ma questo non andrà ad intaccare quella scelta di essere soli: la solitudine di cui parlo non è isolamento o voglia di fuggire, ma sfida a riscoprire la bellezza di ogni uomo senza vivere nell’ansia di un futuro di abbandono.

Marco Terenzio disse: «Portam itineri dici longissimam esse» (si dice che in un viaggio il tragitto più lungo sia quello della porta). Io, come tutti, ho persone a cui sono legata più di altre, ho amici fidati con cui condivido i segreti più scuri, ho i miei genitori e un fratello stupendo e ho tante persone che mi vogliono bene, ma sono partita lo stesso. Quando decidi di andare accetti il rischio di perdere chi sta accanto a te solo quando sei anche tu vicino. Ti trovi a guardare negli occhi i tuoi cari e a vedere nei loro occhi una scia di abbandono. Sei posto di fronte a una scelta non facile da prendere né da accettare. Ci sarà sempre chi vedrà in tutto questo una voglia di fuggire, una mancanza di affetto nei loro confronti o una sorta di addio volontario e noncurante. Ed è lì che guardi quella porta e inizi a camminare per poterla oltrepassare. È lì che metti da parte il posto dove andrai, le domande, i progetti, il futuro e compi la scelta più grande di quella partenza: passo dopo passo ti trovi a valutare se davvero sei riuscito a dimostrare ciò che sei, il bene che racchiudi per qualcuno, l'affetto che ci lega e la speranza che rimanga anche da loro verso di te. Così accettando di affrontare tutto questo, decidi di provare, di varcare quella soglia a testa alta, di partire per la meta più importante. Di partire da te.

Ho scelto la canzone dei Modena City Ramblers "La strada", perché racconta di una partenza e di come, in ogni viaggio, resti impresso qualcosa di ogni singola persona che si incontra, che sia una parola o un gesto o altro anche lungo un istante solo. Così, ad ogni partenza, dovremmo essere pronti a vivere ogni dettaglio di chi incrociamo e, allo stesso tempo, a dare il massimo in modo che, chi ci incontra per strada, colga il meglio di noi in qualunque momento succeda.


 

Mi chiamo Chiara Cuminatto e sono nata il 03/04/1989.

Vivo a Campi Bisenzio (FI) a tratti perché viaggio molto e la mia vita imprevedibile non lascia spazio alla monotonia.

Mi sono laureata in Lettere Moderne all'Università di Firenze nel 2011

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